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lunedì 20 ottobre 2014

Il contenuto autentico per essere primi


Tocchiamo quest'oggi un argomento che da sempre risulta un po' ostico sia ai proprietari dei siti che a molti di coloro i quali si professano seo sem specialist. La redazione di contenuti fresh ed autentici. Nel corso della nostra esperienza nel campo seo abbiamo sempre saputo che i motori di ricerca, noi ci riferiamo sempre a google, in realtà in teoria, tutti i motori dovrebbero ragionare come google, desidera rilevare nei siti la presenza di contenuti reali, che siano ben incentrati su un solo argomento e soprattutto che trasmettano le informazioni desiderate dal lettore. Tutto questo, che apparentemente è semplicissimo, in realtà crea non pochi problemi sia ai proprietari dei siti che ai loro seo man in quanto la cosa comporta un forte dispendio di energie e di tempo e soprattutto bisogna dedicare molto tempo a documentarsi su diversi argomenti in maniera efficace che consenta di poter poi scrivere ed introdurre nel sito contenuti che diano delle informazioni utili ai lettori. A questo punto siamo arrivati al dunque con uno degli ultimi aggioramenti di google. Hummingbird. Chi segue con attenzione le linee guida di google non si è mai trovato in difficoltà e non ci si troverà mai, purtroppo questo ha un prezzo che si chiama: tempo. Quando si ha accesso ad un posto in cui lavora un blogger o più di uno si nota immediatamente che regna un gran silenzio. Questo gran silenzio che è sovrano nelle camere in cui lavorano i blogger di successo non è un capriccio finalizzato a darsi un tono da grandi professionisti, in realtà serve semplicemente a lasciare che il blogger o anche i writers possano essere concentrati appieno su quanto stanno scrivendo. Torniamo ai motori di ricerca. L'algoritmo di google da sempre tende a premiare chi introduce contenuti utili. Ripetiamo che questo costa tanto in termini di tempo però è anche vero che premia e premia anche bene. Naturalmente anche in questo post riporteremo un esempio reale. Prima di inviarvi ad un sito sul quale potrete riscontrare la validità dei consigli di questo post passiamo ai consigli tecnici reali e tangibili, veri e propri. Intanto il titolo del nostro articolo dovrà rispettare alla perfezione il cuore dell'articolo o del post che stiamo per pubblicare. Intanto iniziamo col distinguere un articolo da un post: per google un post è un paragrafo che oscilla tra le 100 e le 450 parole. L'articolo è un documento di testo che supera abbondantemente le 550 parole; un vero articolo destinato a posizionarsi bene non solo - lo ribadiamo - deve avere al suo interno contenuti utili ma inizia ad essere posizionato bene quando supera almeno le 850 parole. Nella nostra esperienza abbiamo visto articoli di 1200/1500 parole, completamente fresh e con contenuti di alta qualità piazzarsi in #1 (ovvero in prima pagina in prima posizione) senza dover assolutamente agire in modalità off page (quindi, senza comprare backlink, senza fare attività di guest posting, senza fare share sui social etc).  Se lasciassimo che l'articolo venisse redatto da un normale e classico giornalista, potremmo avere un articolo di grande valore ma non seo-friendly, il che comporterebbe che l'articolo non si posizionerebbe bene nelle serp dei motori. L'articolo si posiziona bene quando oltre a fornire contenuti reali ed importanti ed autentici sia  anche scritto in maniera seo-friendly. Ma cosa significa in definitiva scrivere un'articolo seo-friendly ? Esattamente significa scrivere un articolo nel cui ambito diversi fattori combaciano e convergono tutti verso lo stesso significante. Facciamo un esempio reale: se scrivo in relazione alle barche con chiglia a V devo restare concentrato su questo argomento e non posso iniziare ad introdurre nell'articolo anche concetti relativi ai motori fuoribordo oppure agli idrogetto ma devo restare concentrato sull'argomento "barche con chiglia a V". Alla stessa maniera è anche ragionevole che la frase "barche con chiglia a V" non potrà essere presente ad es. in un testo di 1000 parole 60 volte perché questo verrà interpretato da google solo come una ripetizione e una forma di "prepotenza argomentativa" e quindi l'articolo non potrà riscuotere successo nè sul motore di ricerca (S.E.) nè tra i lettori i quali in un servizio di 1000 parole leggeranno ben 60 volte la frase "barche con chiglia a V", si annoieranno presto e torneranno indietro generando un certo valore % di bounce che google rileverà presto e utilizzerà per decidere come posizionare tale articolo. E' chiaro quindi, che se stiamo redigendo un articolo su tale argomento e scriviamo un titolo che sia "Barche con chiglia a V" potremo inserire questa frase 5 volte nell'ambito di un testo di 1000 parole, questo è ammissibile sia da parte del lettore che da parte del motore di ricerca e l'articolo assume così un abito più naturale e credibile. Passiamo ad un secondo ma importantissimo punto: una volta che abbiamo redatto il titolo e che abbiamo riportato il titolo 3 o 4 volte nell'ambito dello stesso dobbiamo andare ad approfondire l'argomento, ad esempio, spiegando le differenze nelle performance tra le barche con la chiglia a V e quelle con la chiglia ad U e quant'altro possa essere utile al lettore. Al termine della redazione dell'articolo il più delle volte saremo chiamati, nel cms (control system management) cioè il pannello di amministrazione, a compilare dei campi. Questi campi che per esempio in wordpress prendono il nome di ALL IN SEO PACKAGE richiedono che si sintetizzi il tutto tramite un title, una metadescription, delle keywords e dei tag. Bene, qui arriva il bello. 
Il Title deve essere corrispondente o quasi al titolo dell'articolo e generalmente google apprezza i title che si attestano sui 40 caratteri anche se ne ammette pure una lunghezza di 60. La description dovrà essere mediamente di 140/150 caratteri, in genere al massimo 160 anche google accetterà anche description più lunghe; noi consigliamo di restare nell'ambito dei 150 caratteri che per google rappresenta la media giusta per riassumere il nocciolo dell'argomento. Quando compileremo il campo Keywords, moltissimi commettono l'errore di attribuire all'articolo 3,4 anche 5 keywords. Niente di più sbagliato: un articolo deve avere una keyword, nel nostro caso può essere un approfondimento del titolo come ad esempio: "prestazioni delle barca con chiglia a V"; basta, questo basta al motore di ricerca per capire che siamo stati coerenti. Altro errore che viene commesso troppo spesso è quello di adoperare delle keyword secche. Nulla di più sbagliato: se noi scrivessimo nelle keyword "chiglia a V" avremmo attribuito al nostro articolo un valore assoluto; è come dire a google: guarda io ho scritto tutto quello che c'è da sapere sulle chiglie a V, google immediatamente rileverà che così non è e di conseguenza non considererà per niente la nostra keyword. Per il tag e quando scriviamo il tag intendiamo già consigliare che esso sia uno solo (altro errore moti inseriscono 3,4,5 tags !!!!) il tag sarà uno solo e viene identificato come una etichetta. Quindi equivale a dire al motore: etichetta questo articolo così ! E' ovvio che se diamo 4 tags il motore dovrebbe aggiungere 4 etichette al nostro articolo, sarebbe come apporre 4 etichette su un barattolo di cibo acquistato in supermercato, una sull'altra e questo non induce certamente il compratore a scegliere quel prodotto plurietichettato. Abbiamo traslato il concetto per renderlo più accessibile; nel nostro caso potremmo attribuire un tag del tipo: differenze tra chiglie a V ed a U. A questo punto il nostro articolo risulta seo-friendly, e verrà valutato molto bene dal S.E. il quale procederà a posizionarlo nella maniera più opportuna se abbiamo introdotto concetti che danno al lettore  indicazioni di un certo livello, uniche, autentiche ed attuali.  Sin qui abbiamo descritto ciò che deve avvenire in fase di redazione e preparazione alla pubblicazione ma abbiamo tralasciato un altro fattore importantissimo che è quello che interfaccia il motore alla pagina ed è il permalink: è oramai pacificamente accettato che google non ama i permalink che contengono troppi numeri e simboli, ad esempio quei link che terminano cosi =?15389404d.  Un permalink che termina così per google è un insieme di lettere e numeri e non lo siuta per nulla nella comprensione del contenuto. Noi abbiamo il compito di agevolare il motore di ricerca dandogli una indicazione di massima o anche specifica in merito al contenuto ma che sia costituita da parole, ad esempio, in un articolo che parla di consigli per l'acquisto di barche da pesca il giusto permalink è quello che vedete qui: http://formazioneit.it/i-migliori-suggerimenti-per-lacquisto-barche-da-pesca/. In questa maniera noi abbiamo detto al motore: "guarda se segui questo link tu troverai un contenuto che parla di "consigli per l'acquisto di barche da pesca" non abbiamo detto al motore: id=?47873&!lm. Adesso, vi lasciamo ragionare da soli con una domanda SUPERFLUA: chi ha dato più informazioni coerenti al motore di ricerca, colui il quale ha scritto il primo permalink, quello in rosso o colui il quale ha detto al motore con il permalink che termina col color viola: caro google vieni a scoprire cosa significa questa serie di numeri e lettere messi uno di seguito all'altro ? Ve lo diciamo noi: il motore si "irriterà". Provate a testare questi consigli sul vostro sito, aspettate che google passi a leggere il vostro contenuto e poi, infine, un giorno dopo andate a verificare in che posizione si trova il vostro articolo alla query di vostro interesse come nel nostro caso era: consigli per l'acquisto di barche da pesca". Continueremo con gli approfondimenti per aiutarvi con i nostri preziosi e gratuiti consigli seo, seguiteci sempre più numerosi ed iscrivetevi tramite mail al nostro blog; laddove lo ritniate opportuno commentate, saremo felici di leggervi e rispondervi.

4 commenti:

  1. Salve, posso capire in che modo devo controllare se il mio sito viene visualizzato da google. purtroppo pur eseguendo tutte queste operazioni non riesco a capire in che modo vengo visualizzate le mie pagine su google?

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  2. Salve, se il tuo sito è stato creato da un webmaster sicuramente dispone di un .js analytic di google al quale tu dovresti avere accesso e che ti consente di monitorare tutta la provenienza delle visite oltre a tanto altro; monitorando la provenienza delle visite lo strumento analytic ti consente di vedere anche quante visite arrivano dai motori di ricerca e da quali parole chiave e ti consente anche di vedere su quali pagine sono "atterrati" gli utenti

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  3. Finalmente un blog che va nello specifico! davvero interessante con ottimi spunti!
    complimenti!

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    1. Come vedi quello che descrivo nell'articolo è veritiero dal momento che hai scritto: finalmente un blog che va nello specifico, questo è quello che vuole google, l'utente che finisce su una pagina deve trovare il contenuto cercato e siccome tu lo hai trovato sei rimasto coinvolto e questo è quello che gli inglesi dicono: google loves

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